Per alzare il tetto di una casa occorre sostenere costi che possono arrivare anche a diverse centinaia di euro per metro quadro. Ma chi richiede la sopraelevazione del tetto di un’abitazione può recuperare spazio per realizzare mansarde o, semplicemente, per incrementare lo spazio vivibile.
Chi fosse interessato a interventi di questo tipo deve tener conto dei permessi da richiedere e delle procedure da seguire per arrivare al risultato finale. In parte, la burocrazia è stata snellita, anche grazie al recente decreto “Salva Casa”.
Tuttavia, la più onerosa spesa burocratica del permesso di costruire si aggiunge ai costi per demolire e ricostruire il tetto o per innalzare le mura perimetrali. Sommando le spese si arriva a calcolare quanto costa alzare il tetto.
Perché alzare il tetto di una casa
Alzare il tetto di una casa è un intervento che può garantire al proprietario vantaggi sotto più punti di vista. Innanzitutto, si può aumentare lo spazio vivibile dell’abitazione, realizzando un incremento della volumetria anche in altezza. Al termine dell’intervento, l’abitazione si presenta più gradevole e spaziosa.
Tuttavia, il proprietario di casa può manifestare necessità di costruire una mansarda per abitare uno spazio dell’edificio e utilizzarlo come una nuova stanza dell’abitazione, adibita, ad esempio, a uno studio o per il relax.
Ecco quali interventi richiede una sopraelevazione
Pertanto, realizzare una sopraelevazione richiede tipologie di interventi che possono risultare più complessi rispetto a quelli di costruzione dell’ultimo piano di un edificio. Infatti, chi richiede di elevare il tetto deve considerare che l’impresa che realizza l’opera procede, di norma, con un sollevamento del tetto esistente oppure con la sua demolizione e ricostruzione.
A tal proposito, si può facilmente intuire che la tipologia di edificio può determinare anche quale modalità di intervento deve essere effettuato. Infatti, il sollevamento del tetto esistente è quasi sempre possibile quando i lavori devono essere eseguiti all’ultimo piano di un edificio solido. Sollevare il tetto, in questo caso, non comporta un incremento elevato del peso. Di norma, si procede in questo modo per i tetti in legno.
Tuttavia, l’intervento più frequente nell’elevazione dell’edificio è la realizzazione di un tetto ex novo. Si tratta di un’opzione più sicura e quasi obbligatoria nel caso in cui il peso dei materiali dovesse incidere sulla realizzazione e sul risultato finale. Ma, per lavori di questo tipo, il committente va incontro a costi più elevati rispetto al meno impegnativo sollevamento del tetto. Quest’ultimo intervento è realizzato, solitamente, mediante l’ausilio di gru.

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Quanto costa alzare il tetto?
Il costo da sostenere per alzare il tetto di una casa dipende da vari fattori. Innanzitutto, dalla scelta della tipologia di intervento da effettuare. Normalmente, demolire e ricostruire il tetto ex novo comporta una spesa maggiore.
Infatti, per il solo sollevamento del tetto si stima, per il 2025, una spesa tra 95 e più di 400 euro al metro quadro. Diversamente, per la demolizione e la ricostruzione del tetto occorrono più tipologie di intervento con costi a salire. La spesa di quest’anno per demolire un tetto preesistente varia da 25 a 110 euro al metro quadro.
La successiva ricostruzione del tetto ha un costo stimabile da un minimo di 37 euro a un massimo 210 euro al metro quadro. Infine, occorre considerare il costo per la progettazione e la direzione dei lavori che, in percentuale, incide tra il 5% e il 9% del totale dell’intervento.
Quando si può fare una sopraelevazione
La spesa da affrontare per alzare il tetto della propria casa è, sicuramente, il fattore che incide di più nella scelta. Da questo punto di vista è necessario valutare i benefici che si ottengono dalla realizzazione dell’opera con le spese da affrontare per arrivare a una decisione.
Ma la spesa da sostenere per l’elevazione del tetto si traduce anche in un aumento del valore dell’immobile in vista della vendita dello stesso o del concederlo in affitto. Da tutta questa serie di valutazioni, in definitiva, può dipendere la decisione se ne valga davvero la pena oppure no.
Ecco quali permessi servono per alzare il tetto
Dopo aver preso la decisione di effettuare sulla propria casa lavori per il recupero del sottotetto, è necessario prestare attenzione alle procedure e ai permessi necessari per realizzare l’intervento. A tal proposito, il proprietario dell’immobile deve tenere in considerazione una normativa che si basa su adempimenti sia nazionali che regionali.
In primis, dunque, occorre presentare domanda e ottenere il permesso di costruire, il titolo che, di certo, comporta gli oneri più costosi tra i documenti richiesti per avviare i lavori. Soprattutto con il decreto “Salva Casa” la tempistica per ottenere questo permesso si è ridotta. Tuttavia, l’attesa e i costi da sostenere devono essere verificati sul portale istituzionale del Comune presso il quale si intenda presentare la domanda.
Di quanto posso alzare un tetto?
Dal punto di vista strutturale, poi, occorre far riferimento alle soglie imposte alla sopraelevazione dalle norme regionali. Per questo adempimento si deve mettere in conto che l’innalzamento del tetto ha dei limiti definiti Regione per Regione. Tuttavia, in linea di massima, si può stimare un incremento minimo del 15% dell’altezza del soffitto dal pavimento.
Alzare il tetto di una mansarda: ecco cosa c’è da sapere
Una particolare esigenza di chi voglia alzare il tetto è quella di realizzare una mansarda, soluzione che può presentare una varietà di aspetti e di utilità. Rivolgendosi a un’impresa specializzata in questo tipo di lavori, ci si può far guidare nelle varie tipologie di forme che si possono realizzare, dalla mansarda con tetto piano (di solito presente nei condomini), a quella a falda unica (con una sola superficie inclinata) o a due falde, simmetriche o asimmetriche.
Inoltre, anche in base al tipo di utilizzo del nuovo spazio da ottenere e alle preferenze personali, si possono valutare mansarde più particolari, ad esempio di tipo ad arco o a cappuccio. In entrambi i casi, chi richiede questo tipo di intervento desidera sfruttare la curvatura del tetto).
La scelta, infine, può ricadere su una mansarda di tipo:
- a parete, nella quale le superfici verticali seguono le linee del tetto;
- Nantucke, con frontone centrale;
- con abbaino, dotate di finestre verticali nel tetto;
- alla cieca, nella quale i nuovi volumi non sono abitabili.
In tutti i casi, è necessario prevedere il giusto isolamento termico, l’impermeabilizzazione e la copertura dai fattori climatici.

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