Come leggere i simboli del riciclo sulle confezioni senza sbagliare

I simboli del riciclo rappresentano un linguaggio universale che consente ai consumatori di identificare il tipo di materiale utilizzato e la sua riciclabilità. Vanno però interpretati per capirne la validità e soprattutto per capire come effettuare un corretto smaltimento dei rifiuti. Introdotti in Europa a partire dagli anni Novanta, questi simboli sono diventati parte integrante del packaging dei prodotti, in ambito alimentare, cosmetico e domestico. Ecco allora come leggere i simboli del riciclo sulle confezioni, per non sbagliare.

A cosa servono i simboli del riciclo sulle confezioni?

Come tutto ciò che è simbolico, queste piccole immagini hanno un valore comunicativo molto importante, in sostanza spiegano quali siano i materiali utilizzati per la produzione di quel determinato bene e se, e come, possano essere riciclati.

I simboli si trovano solitamente sul fondo dei contenitori di plastica, dei prodotti di carta e di altri articoli. Bisogna fare attenzione perché alcuni articoli possono richiedere istruzioni specifiche per il riciclaggio. Nel caso di dubbio si consiglia di consultare la pagina specifica del proprio comune d’appartenenza. 

il ciclo del riciclo

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Quali sono i simboli dei rifiuti riciclabili più importanti?

Tra i simboli più diffusi vi è il triangolo composto da tre frecce piegate che si rincorrono, noto come Mobius Loop o ciclo di Mobius. Questo simbolo, forse il più conosciuto, può essere nero o verde indica che il materiale è riciclabile. E nel caso compaia al suo interno una cifra percentuale, indica quanto del materiale usato per la realizzazione dell’oggetto è effettivamente stato riciclato. In genere si trova su imballaggi di carta, cartone e cellulosa.

  • Il triangolo di frecce è simbolo del riciclabile. Si trova sulla plastica per indicare che l’imballaggio è riciclabile o che parte del materiale che lo compone è riciclato.
  • Il simbolo esagonale indica il materiale di cui sono composti i contenitori per i liquidi.
  • Il bidone con la croce indica invece la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti RAEE, ovvero quelli derivanti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, che necessitano di uno smaltimento a parte. 

Simboli del riciclo per singoli materiali

Accanto a questo, esistono codifiche specifiche per i materiali. Ecco i principali:

  • PAP (per la carta): i codici vanno da PAP 20 a PAP 22, dove PAP 22 indica la carta non patinata, come ad esempio quella dei giornali. Questo è uno dei simboli più comuni e riconoscibili.
  • PET (polietilene tereftalato): è il materiale delle comuni bottiglie d’acqua e bibite. Riciclabile e molto usato per la produzione di nuovi contenitori.
  • HDPE (polietilene ad alta densità): usato per flaconi di detersivo, latte, shampoo. Ha ottime proprietà meccaniche.
  • PVC (polivinilcloruro): si tratta di un materiale difficile da riciclare.
  • LDPE (polietilene a bassa densità): utilizzato per sacchetti e pellicole alimentari.
  • PP (polipropilene): è il materiale dei tappi delle bottiglie, vaschette per alimenti, siringhe.
  • PS (polistirene): è il classico polistirolo da imballaggio o per alimenti.

Altri materiali hanno simboli dedicati, come:

  • GL per il vetro
  • ALU per l’alluminio
  • FE per l’acciaio
  • C/ALU, C/PAP, C/LDPE per gli imballaggi composti da materiali misti.
simboli riciclaggio plastica

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Cosa significa il numero all’interno del triangolo?

Il numero presente all’interno del triangolo con le frecce indica il tipo di plastica utilizzata, secondo la codifica stabilita dalla Commissione Europea e recepita a livello europeo. Questo numero va da 1 a 7:

  1. PET o PETE – Polietilene tereftalato. Altamente riciclabile.
  2. HDPE – Polietilene ad alta densità. Riciclabile al 100%.
  3. PVC – Polivinilcloruro. Il suo riciclo è meno comune per la presenza di additivi e stabilizzanti.
  4. LDPE – Polietilene a bassa densità. È facilmente riciclabile.
  5. PP – Polipropilene. È riciclabile, ma con un processo più complesso.
  6. PS – Polistirene. Prima del riciclo, va pulito molto bene dai residui alimentari.
  7. Other – Altri tipi di plastica, compresi i polimeri non riciclabili o i biopolimeri

Questa numerazione è essenziale per i centri di smistamento e riciclaggio, perché consente di identificare con precisione il materiale e la sua destinazione.

Gli errori più comuni e come evitarli

L’errore più comune è quello di confondere la riciclabilità con la biodegradabilità. Il fatto che un prodotto sia riciclabile non vuol dire che sia biodegradabile, ovvero che non lasci alcun impatto sull’ambiente. La riciclabilità è sempre legata alla presenza di strutture appositamente costruite per riciclare quei determinati materiali.

Un altro errore diffuso riguarda gli imballaggi composti, in particolare le confezioni formate da carta e plastica insieme, spesso contrassegnate con simboli come C/PAP 81 (carta e plastica). Ebbene, esse non possono essere riciclate nei normali flussi della raccolta differenziata. Andrebbero smaltite nell’indifferenziato, salvo diverse indicazioni del Comune.

Anche la presenza di residui alimentari può compromettere il riciclo. Vaschette in plastica o carta sporca vanno gettate nell’indifferenziata, poiché i materiali contaminati non sono trattabili. Occorre, poi, non farsi trarre in inganno dal simbolo con l’omino che getta il rifiuto (il tidy man). Non indica la riciclabilità del materiale, ma è solo un invito a gettare i rifiuti negli appositi spazi. Come atto di civiltà.

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